Battista Antonelli

Ciao a tutti,

 

14 anni fa’ scelsi Cuba per fare le mie vacanze invernali, per chi ama fumare un buon sigaro accompagnato da un buon bicchiere di Rum e ascoltare musica dal vivo questa isola ti regala tutto ciò senza dimenticare le belle spiagge e l’acqua da calendario. In quel  periodo ero impegnato a investigare nella zona del Pinar del Rio dove cresce il famoso tabacco!!. Nell’ultimo commento ho parlato di Giovanni Battista Garavelli Antonelli e lo posto finalmente nei “I magnifici sette”. Ma mentre sfogliavo nei miei documenti mi attirò per qualche secondo l’attenzione  il segno di un asterisco posto (4 anni fa’) sul nome di Battista Antonelli ma poi andai avanti. Una mattina ti svegli e ripensi all’asterisco e vado a vedere cosa mi ero annotato e leggo: miniera di rame. Bene data che la mia cultura sul rame non e’ cosi grande mi sono un po’ informato:  I metalli sono spesso presenti sotto forma di composti nei rispettivi minerali metallici. Per minerale metallico s’ intende una roccia o un minerale contenente una quantità di metallo sufficiente a renderne conveniente l'estrazione. Nel caso del rame, l'estrazione conviene in presenza di circa 2 Kg di rame ogni 1000 Kg di minerale. • Estrazione: Il minerale viene rimosso dal terreno da miniere a cielo aperto o sotterranee. Le applicazioni del rame e’ vastissima: (come Agricoltura e allevamento) Il rame è indispensabile per la crescita e un buono stato di salute di piante e animali, nell’ Architettura, Arte, Elettricità, Sanità (potrei continuare) e infine nell’ Acquacoltura; perché grazie alla sua naturale resistenza alla corrosione, le proprietà metallurgiche e biologiche, le leghe di rame sono i materiali ideali per acquacoltura, sia sommerse che in superficie, sia sottocosta che in mare aperto. E questo lo sapeva anche Battista Antonelli perché quando chiuse l’entrata del porto a l’Avana collegando due galere con una catena che era fissata ai due lati delle sponde scelse come minerale non il ferro ma una catena di rame (sfogliate la mia pag e troverete l’articolo), niente male vero? Ma non e’ tutto. 

In una lettera al re (1593) scrive sui lavori che stava eseguendo alla fortificazione “El Morro”e racconta della sua scoperta: una grandissima mina di rame, qui il testo:

 

...analizzavo dei terreni a qualche km dall’Avana e dal porto e ho scoperto una mina di rame, ho trovato che e’ molto buona, si trova giù di un pendio di una collina: la terra che la copre getta dei fiori, sono alcune margarite che è un segno che sotto ce’ una mina naturale. Le miniere sono in rocce ordinarie e le pietre sono più costose da demolire, mentre questa basta solo rimuovere il sotto terra con meno spese, e molto rame sarà rimosso facilmente. Il Campo master Tejada (Governatore e capitano generale) ha cercato di fare un contratto con alcuni portoghesi di lavorare alla miniera per dodici ducati al quintale e altre condizioni, mi sembra che dodici ducati al quintale è molto costoso; otto ducati sono buoni. Insisto di lavorare a questa mina perché abbiamo qui anche abbondanza di legna da ardere, e siamo vicini al porto. Se V.M. comanda  di continuare a questa miniera, di certo prendiamo sessanta o settanta lavoratori a sei ducati al quintale e una ventina per il cibo e V.M. potrà avere da qui tanto rame per fornire artiglieria per le Indie e altrettanto da trasportare in Spagna. Il rame è molto buono, si organizzano uomini per il trasporto in questo porto e una fonderia, il tutto non e’ non molto costoso, perché  qui abbiamo tutti gl’ impianti  necessari.

 

Anche con questo esempio possiamo vedere come e’ grande la storia degli Antonelli, la loro precisione nei minimi dettagli di lavoro e la grande umiltà, fedeltà per i loro sudditi spagnoli senza chiedere niente in cambio, anzi dovevano spesso rincorrere la loro paga.

Ma siccome io non mi accontento mai volevo sapere dove s’ incontrava questa mina di rame non distante da l’Avana: Una “Mission Impossible”...e ho iniziato a investigare. 

Ma prima vi regalo un’altro dato: nel ciclo cubano del XIX (1830 1868) Cuba fu uno dei più grandi produttori di rame al mondo, la Gran Bretagna fu uno dei più grandi importatori, questo commercio portò un gran beneficio all’isola, le più grandi miniere si trovavano verso la zona di Santiago di Cuba e possiamo dire che iniziò un periodo d’oro della economia cubana ma poi, come tutti sappiamo, il rivoluzionario Fidel Castro chiuse i rubinetti e iniziò il periodo della rappresaglia. La scoperta di Battista Antonelli non e’ conosciuta, grandi investigatori (tanti) hanno eseguito lunghe ricerche ma non conoscono questa storia, solamente  uno mi ha dato una informazione!  In un libro leggo che la miniera a cui si riferisce Battista sarebbe quella di Bacuranao nella Regione di Guanabacoa a pochi km da l’Avana! E dove si trova Bacuranao!? Se tu risiedi a l’Avana e vuoi andare al mare, la prossima bellissima spiaggia con un mare da sogno e’ a circa 15km con un bus o la macchina, direzione: Playas de Este e Bacuranao!

Non ci posso credere...14 anni fa’ andavo tutti i giorni su questa spiaggia, davanti a me il mare e alle mie spalle la miniera di rame scoperta da Battista Antonelli. In quel periodo non sapevo che esistessero “gli Antonelli”, niente sapevo della loro storia e la fortificazione “El Morro”la visitai brevemente perche’ mi avevano attirato l’attenzione alcuni soldati in divisa coloniale. Non vedo l’ora di ritornare di nuovo a Cuba ma questa volta non solo per i sigari e la musica, ma investigare…investigare.

la Playa


 

Ciao a tutti,

 

Il tema di oggi tratta del primo viaggio che fece Battista Antonelli nelle Americhe. Il re Filippo II voleva costruire una fortificazione e fondare due colonie spagnole all’entrata dello stretto di Magellano per chiudere la strada al pirata Francis Drake e all’Inghilterra verso il pacifico.

Facendo una normale ricerca, in lingua spagnola , si trovano articoli di 2 pag fino a 5, 6, 8 pag  su questo pezzo di storia e puoi anche trovare il nome di Antonelli. Questo progetto di Filippo II ha iniziato tra il 1580/81 ed e’ durato fino al 1585, purtroppo finito in un disastro. Negli archivi, dato che ogni “passo” che si faceva veniva tutto documentato, trovi e io parlo di questo progetto,  centinaia e centinaia di pag (cinque anni) che sono una vera miniera d’informazioni.  Leggendo vieni a conoscere la storia, le prime avventure  vissute in terraferma  e nei mari in questi nuovi paesi. 

 

Salparono dalla Spagna con 23 navi e 3.000 persone, nei diari di bordo leggi di tutto, come si organizzò il viaggio, quali erano le navi più adatte, cosa si trasportava sulle navi, i nomi che hanno fatto parte della spedizione, quante donne, bambini, preti, i bruttissimi momenti vissuti, chi si e’ salvato e leggi anche il nome di Battista come ingegnere con i suoi aiutanti responsabili per la costruzione delle fortificazioni allo stretto di Magellano.  Questa documentazione e’ divisa in diversi fascicoli che possono avere molte e poche pag secondo le date di quando sono state scritti. 

 

Ogni fascicolo, ne ho uno che ha 170 pag, viene accompagnato da un corto riassunto di info scritto dagli archiviari, io poi devo leggermi tutte le pag per venire a conoscere le informazioni. L’archivio vuol giocare con te perche ti dice: vuoi fare l’investigatore? Bene, ora cerca, buon divertimento!   Ma non finisce qui perché tutti questi fascicoli sono divisi in tanti altri organigrammi divisi in tanti temi dove si e’ scritta a mano la storia dell’impero spagnolo in Europa, nord Africa, le due Americhe e Asia durata diversi secoli. Parliamo del fascicolo di 170 pag dove si dovrebbe leggere anche il nome di Battista, si, ma in quale pag e’ scritto? I documenti sono scritti tra il castigliano antico (non lo posso capire) e uno spagnolo non facile da capire. Le pagine sono scure, le lettere hanno diverse assonometrie…eppure incomincio a sfogliare le 170 pag per cercare su e giu’, da sinistra a  destra il nome di Battista Antonelli fiche’ lo trovo!

Se ce’ tra di Voi qualcheduno che si vuole divertire me lo scriva che gli invio il fascicolo!

 

Semmai lo invio alla biblioteca di Gatteo ,chissà come si divertirebbero i bambini!

Qui sotto metto le due prime pag del fascicolo, poi le pag dove si legge Antonelli e dalla pag  ingrandisco il nome altrimenti non lo potete subito vedere.

HASTA LA VISTA 

La prima pagina

Relazione dell’armata Reale di sua Maesta‘

viaggio allo stretto di Magellano e Rio de Janeiro

Relazione del viaggio

In rosso si legge Battista Antonelli

In rosso si legge Battista Antonelli

In rosso si legge il nome della nave dove era a bordo Battista: - Nao Concepcion - in celeste il nome Battista Antonelli


Ciao a tutti,

 

questa notte abbiamo visto l‘apertura dei giochi olimpici a Rio de Janeiro, una meravigliosa scenografia! Tanti bei ricordi mi vengono in mente quando anni addietro feci delle vacanze in Brasile. Questo meraviglioso Stadio, il Maracana’,il più grande al mondo con la capacità di ospitare quasi 200.000 spettatori, ci andai a vedere una partita di calcio e cerano solamente 120.000!

 

Viva il Brasile con i suoi colori, odori, sapori

 

Ma chi fu il primo romagnolo che visitò il Brasile, Rio de Janeiro? Si, lui, Battista Antonelli. La sua prima visita fu una tragedia che ora vi racconto, ma come testimonianza ci sono alcuni suoi lavori ancora oggi che possiamo andare a visitare. Dalla mia rivista digitale che potete consultare:

 

http://issuu.com/babucio/docs/antonelli_italiano

allego la pagina della sua prima avventura in Brasile.

Battista Antonelli costrui’ una prima fortificazione in Brasile al centro della costa dello stato della metropoli San Paolo (São Paulo), Nord Est dell’isola San Vicente nel 1583.

Nel 1604, ci racconta suo figlio Gian Battista Antonelli, costrui’ il padre una seconda fortificazione nello stato di Paraiba, il Forte de Santa Catarina do Cabedelo (tra Natal e Recife), sulla costa brasiliana. Dalle mie ricerche i brasiliani non sono a conoscenza della storia!


Ciao a tutti

oggi un’anteprima

 

Vi parlo di italiani che tra il XV e il XVII secolo hanno fatto storia nel mondo e che in una mia ricerca (aiutato come sempre dalla volonta’ di Dio), ho scoperto dove ce’ un collegamento sul filo della storia, anche se a distanza di alcuni anni, che li unisce essendo stati al servizio della corona spagnola. Sono: Cristoforo Colombo, suoi famigliari e Battista Antonelli, tutto questo sulla incantevole e piena di storia isola dei Caraibi: la Repubblica Dominicana.

 

Cristoforo Colombo (Là, dove mai nessuno è giunto prima), cominciò a coltivare l'idea di raggiungere le Indie, navigando verso occidente. Il 3 agosto 1492 Colombo salpò da Palos (Spagna) con tre caravelle (le celeberrime Nina, Pinta e Santa Maria) con equipaggio spagnolo. Era il 12 ottobre 1492, giorno ufficiale della scoperta delle Americhe, data che convenzionalmente segna l'inizio dell'Età Moderna.

 

Il 5 dicembre 1492 le caravelle di Cristoforo Colombo arrivarono nell'isola (Repubblica Dominicana), che venne denominata la Española. Colombo vi lasciò un insediamento di 39 marinai, chiamato La Navidad. L'anno successivo, ritornando nel secondo viaggio, lo trovò distrutto e decise di fondare un nuovo insediamento più ad est, nel territorio dell'attuale Repubblica Dominicana, chiamandolo La Isabela, considerato il primo vero insediamento europeo nelle Americhe. L'isola divenne una colonia spagnola. Nella zona coloniale di Santo Domingo ce' la Casa di Colombo (l’unica nell’America),  di nome Alcázar de Colón, fu la sede della corona spagnola del nuovo mondo per 60 anni, ed è il più antico Vicereale residenza in America.

 

Alcázar - termine d'origine araba che in Spagna indica un tipo di fortezza.

Il palazzo o fortezza  Alcázar de Colón

 

Diego Colombo, primogenito di Cristoforo Colombo, divenne paggio alla corte di Spagna nel 1492, l'anno in cui il padre si imbarcò nel suo primo viaggio. Passò buona parte della propria vita tentando di riguadagnare i titoli ed i privilegi assegnati al padre per le sue esplorazioni, revocati nel 1500. I suoi titoli: primo marchese della Giamaica, secondo ammiraglio delle Indie e nel 1509 fu nominato quarto governatore delle Indie, ruolo ricoperto in precedenza dal padre, di seguito si trasferì a vivere a Santo Domingo.

 Il palazzo o fortezza  Alcázar de Colón

e’stato costruito sotto Diego Colombo, ordinò la costruzione di una casa di famiglia e residenza del governatore tra il 1510 e il 1512. Tre generazioni della famiglia Colombo ci hanno abitato sino al anno 1577. Non si conosce il nome dell’architetto che lo costrui’, Il palazzo è una costruzione impressionante di  blocchi  di pietra coralline che un tempo ospitava una cinquantina di camere e di una serie di giardini e cortili, anche se ciò che rimane oggi è di circa la metà delle dimensioni di una volta. Fu restaurato nel 1950 dopo aver subito crolli e in rovina da anni da un architetto spagnolo, ha fatto un interpretazione del castello originale e poi pezzi spagnoli sono stati portati per decorare il palazzo. Oggi è uno dei luoghi più visitati in Santo Domingo. L'edificio ospita il Museo Alcázar di Diego Colón, arredato con mobili originali d'epoca.

Ora veniamo al ruolo di Battista Antonelli.

 

Nell’anno 1589 Antonelli àncora all’isola di Santo Domingo, fu il il primo contatto con la prima capitale americana fondata quasi 90 anni fa. Le mura della città erano deboli e lontane dal centro della città. Chi lo progettò ha pensato che la città sarebbe cresciuta allo stesso ritmo dei primi decenni del XVI secolo, ma questa previsione non si avverrà. Antonelli progettò un nuovo piano del muro, portandolo più vicino alla città e l'aggiunta di roccaforti con migliore precisione e distribuzione dei bastioni e il contorno ovale (iniziando in una curva perfetta dal fondo del mare) che Antonelli, secondo la tecnica militare ha cercato di dare.

 

 Io ho questa mappa, il disegno di Battista, e il destino ha voluto che la guardassi. Ingrandendola nei minimi particolari ho visto il disegno della Casa di Colombo, Alcázar de Colón! Come ho scritto sopra non si hanno info dell’architetto che la costruita e automaticamente non si hanno disegni di questo palazzo (nessuno fino ad oggi ha indagato..), Battista ne ha fatto un disegno e scritto il nome dell’appartenenza di  Cristoforo Colombo o sua famiglia!     


 

Ritorno allo articolo di Santo Domingo, Repubblica Domenicana, dove si vede disegnato un edificio che porta il nome di Cristoforo Colombo. Ieri con molto dispiacere ho salutato una mia amica domenicana, che vive qui a Francoforte, perché se ne va’ per un anno a casa sua      “ Santo Domingo”. Una cosa buona e’ quella che mi aiuterà a investigare su alcuni documenti di Antonelli e di Colombo che si trovano nei musei storici della città, l’altra cosa buona e’ quella che mi e’ venuta l’idea di andarla a visitare in questo Paradiso terrestre!! In questo Paradiso ho scoperto che ce un’ isola tutta italiana: si chiama  “Saona” (in origine Isla Savona).

Il nome “Saona” fu dato all’isola in onore del “libero comune” di Savona. In una lettera manoscritta di Michele da Cuneo, nobile savonese e amico di Colombo che partecipo’ come cronista nel secondo viaggio di Colombo verso le Americhe. La scoperta di Saona viene così ricordata:

“trovassimo una isola belissima… la qual etiam io fui il primo a discoprire… et etiam per mio amore a ella el signor Armirante pose nome la Bella Saonese, et me ne fece uno presente … piantai la croce et anchor le forche, et a nome di Dio la batizai per nome la Bella Saonese“

In altre parole, l’Ammiraglio (Colombo) avrebbe scelto il nome di “Savona” per premiare lo stesso M. da Cuneo, primo avvistatore dell’isola, e savonese.

Non e’ bello sognare??


Ciao a tutti,

 

Nella pagina di apertura del web vediamo per intero  il grafico degli Antonelli. Quando lo ideato ho messo anche come simbolo “ la Rosa dei Venti” ritagliato da una cartografia di Battista Antonelli. In questi giorni la guardavo e come si vede sulla punta c'e' un bel disegno che mi ha incuriosito e ho fatto delle ricerche per soddisfare, come sempre, la mia curiosità: si tratta di un Giglio.

La rosa dei venti a noi più nota è quella a 8 punte, ognuna delle quali identifica un punto cardinale  (primario o secondario) e un vento caratteristico del mar mediterraneo. Il vento che spira da Nord prende il nome di Tramontana, quello proveniente da Sud si chiama Ostro o Mezzogiorno, da Est abbiamo il Levante, da Ovest il Ponente. Gli altri quattro punti indicano il Nord-Est (Grecale), il Sud-Est (Scirocco), il Sud-Ovest (Libeccio) e il Nord-Est (Maestrale).

 

La Bussola Magnetica

 

Si perde nella notte dei tempi l'origine di questo strumento e del suo nome. I primi cenni storici sull'utilizzazione in Europa della forza direttiva magnetica, risalgono alla fine del secolo XII o al principio del XIII e attribuiscono agli Amalfitani lo sfruttamento delle proprietà del magnete. Quest'ultimo importante perfezionamento, che si fa risalire al 1302, è per tradizione assegnato alle Repubbliche Marinare italiane e sembra possa costituire la reale innovazione attribuibile agli Amalfitani e, per loro, al leggendario e forse inesistente Flavio Gioia, come lascerebbe intendere Antonio Beccadelli detto il Panormita (1394-1471) nel suo famoso verso prima dedit usum magnetis Amalphis. Da citare che l'inesistenza del personaggio Flavio Gioia è forse dovuta a un’erronea interpretazione storica. Flavio Gioia Sarebbe nato ad Amalfi o a Positano nella seconda metà del Duecento. Intorno al 1300 egli avrebbe inventato o perfezionatore della bussola magnetica.

Un’altra conferma, in maniera indiretta, del coinvolgimento degli amalfitani nel perfezionamento della bussola è rappresentato da un giglio, era il simbolo araldico della casa reale d'Angiò e simbolo della città di Amalfi, con cui fin dal Medioevo s’indica il Nord sulle rose; esso può essere interpretato anche come un’evoluzione della lettera «T» iniziale di Tramontana, ovvero il nord degli Amalfitani, che così chiamavano il vento proveniente dai monti (o paese Tramontano) alle spalle della città. E da qui nacque il costume di dipingere un giglio sopra la rosa dei venti.

 

 Nobili napoletani, i d'Angiò o gli Angioini ebbero per scudo araldico un tappeto d'azzurro disseminato di gigli d'oro, con capo un pendente di rosso. 

 

La rosa dei venti con il giglio la troviamo nelle mappe che usavano i marinai spagnoli e italiani, la più usata è quella degli otto principali venti. Questa di Battista Antonelli che si vede nel grafico è bellissima, disegnata artisticamente nei minimi particolari.

 

 

 

Questa e‘ la rosa dei venti di Battista Antonelli che incontriamo nella mappa del disegno della muraglia che fu costruita                          a Cartagena de Indias, Colombia.

Questa Rosa dei Venti non mi lasciava in pace nella mente....e poi mi venne l'idea di riprodurla, ma di quale materiale: metallo, ceramica ecc. Poi l'idea; di vetro soffiato! Cercai in tutta Italia uno specialista ma ricevetti solo risposte negative finche' ho trovato l'artista; Damiano Revasi di Bergamo! Mi disse: Claudio ci provo ha riprodurre questa Rosa dei Venti perche' mi piace e trovati i colori giusti e dopo diversi disegni in questa foto vediamo l'opera realizzata da Damiano! L'astuccio e' di pietra lavorato su misura e il nome di Battista Antonelli e' stato scritto a mano libera, questi lavori sono stati eseguiti da un esperto romagnolo.

DAMIANO REVASI    www.soffiodarte.it/about-us 


Ciao a tutti,

 

Inizio nel farvi gli Auguri di un buon 2016, che sia un anno di Pace e Serenità. Per Battista Antonelli è un anno particolare, infatti, quest’anno si deve in sua memoria ricordare i quattrocento anni della sua morte avvenuta nel 1616

 

                                                                 1616                                       2016

                                                                                   400 anni

 

 

Battista Antonelli, il primo italiano che portò la scienza della scuola dell’ingegneria militare nelle Americhe costruendo grandissime opere, che ancora oggi esistono e sono Patrimonio UNESCO dell’umanità’. Io farò di tutto per ricordarlo, ho preso contatto con un rappresentante politico di Gatteo e mi ha detto che a giugno ci sono le elezioni amministrative, perciò non si può programmare niente, aspetterò fino a quel periodo. Oggi vi ho trasmesso questa notizia e desidero riportare un passaggio dal testamento di Battista accompagnandolo con un pezzo musicale, in chiave moderna, e nello stesso tempo come messaggio di Pace e Serenità.

Le parole dal testamento:

 

…nel giorno della mia sepoltura si dica una Messa da Requiem (Missa pro defunctis) accompagnata da un coro di Diaconi…

 

 

 

 

 

L'ordine del diaconato (i diaconi), secondo il catechismo della Chiesa Cattolica  è destinato ad aiutare e a servire i vescovi e i presbiteri. La messa è una composizione musicale che comprende un insieme coerente di parti, La musica tipica delle messe ( musica eclesiastica), è il canto gregoriano.


Ciao a Tutti,

 

Nel testamento di Battista Antonelli si legge che una sua volonta’, quando morira’ e' di vestirlo con

 

“El Vestido del Carmen” in italiano si chiama “Lo Scapolare del Carmen”

 

Origine e storia di devozione

 

Originariamente come indumento, lo scapolare era un tipo di abiti da lavoro, principalmente indossato dai monaci, costituito da un grande pezzo di abbigliamento davanti e dietro, attaccato sulle spalle con strisce di stoffa. La scapolare è parte l'abitudine di vari ordini, tra cui i fratelli di Santa Maria del Monte Carmelo, i Carmelitani. Si ritiene che il primo eremiti del Carmelo che ha vissuto sul Monte Carmelo in Terra Santa nel corso del XII secolo indossava una tunica con una cintura e mantello tipico dei pellegrini, quando i Carmelitani tornarono in Europa alla metà del XIII secolo e divenne un ordine di monaci mendicanti ha adottato una nuova abitudine che comprendeva veste marrone legato in vita, scapolare marrone, cappuccio e camice bianco.

Secondo la tradizione, la Vergine Maria apparve Il 16 Luglio del 1251 a San Simone Stock, che è stato Priore Generale dell'Ordine Carmelitano a metà del XIII secolo. Il primo riferimento a questa tradizione, risalente al XIV secolo, spiega che San Simone Stock era uomo inglese di grande santità e devozione, sempre nelle sue preghiere ha chiesto alla Vergine di favorire il suo ordine con un singolare privilegio e Maria, porgendogli uno scapolare, detto comunemente «Abitino», dicendogli: «Prendi figlio dilettissimo, prendi questo scapolare del tuo Ordine, segno distintivo della mia Confraternita, privilegio a te e a tutti i Carmelitani. Chi morrà rivestito di questo abito non soffrirà il fuoco eterno; questo è un segno di salute, di salvezza nei pericoli, di alleanza di pace e di patto sempiterno».

 

La Madonna, con la Sua rivelazione, ha voluto dire che chiunque indosserà e porterà per sempre l’Abitino, non solo sarà salvato eternamente, ma sarà anche difeso in vita dai pericoli.

 

Non dobbiamo credere, però, che la Madonna, voglia generare nell’uomo l’intenzione di assicurarsi il Paradiso, continuando a peccare, ma piuttosto che in forza della Sua Promessa, Ella si adopera in maniera efficace per la conversione del peccatore, che porta con fede e devozione l’Abitino fino al punto di morte.

Lo scapolare indossato dai monaci

La Madonna dei Carmelitani


Ciao a tutti,

 

 

Dopo l’articolo su Cuba rimaniamo nei Caraibi e ci spostiamo di poco da questa isola; parlerò di

       

            

                                                                                                            PORTO RICO                

 

 Il primo contatto con gli europei avvenne per opera di Cristoforo Colombo, durante il suo secondo viaggio alle Antille, il 19 novembre del 1493. Originariamente battezzata San Juan Bautista, dallo stesso Colombo, in onore di San Giovanni Battista, l'isola alla fine prese il nome di Puerto Rico (che letteralmente significa "porto ricco"); il nome originale rimase a designare la città più grande, nonché capitale, San Juan. Porto Rico fu subito colonizzata dagli spagnoli, l'isola divenne in breve un'importante roccaforte e porto strategico dell'Impero spagnolo nei Caraibi. Ciononostante l'enfasi colonialistica tra la fine del XVII e il XVIII secolo si concentrò sui territori più redditizi della terra ferma, lasciando Porto Rico con un irrisorio numero di coloni. Preoccupati per la continua minaccia dei nemici europei, nel corso dei secoli gli spagnoli costruirono numerosi forti e muraglioni per proteggere la capitale: furono erette fortezze quali La Fortaleza, il forte San Felipe del Morro e il forte San Cristóbal; fu grazie a queste opere di difesa che gli olandesi, i francesi e gli inglesi fallirono nei loro tentativi di conquistare l'isola.

PORTO RICO

 

Il terzo viaggio in America di Battista Antonelli (1588), a sottolineare il secondo nei Caraibi, fu incaricato di fare una visita a Porto Rico e Santo Domingo prima di arrivare all’Avana. La prima tappa di questo viaggio era di San Juan di Porto Rico, dove arrivò dopo un mese in mare. Battista Antonelli propose un nuovo progetto per il Castello di San Felipe del Morro (la fortificazione), che si trova all'estremità occidentale dell'isola per l'ingresso del porto. C'era già una fortificazione su quel sito, punto di difesa necessaria per controllare l'ingresso alla baia era una piattaforma quasi a livello del mare di cui fu utilizzata nel progetto di Battista. Le due grandi murate terra avanti e forma irregolare del complesso, adattato alla topografia esistente, sono simili alla soluzione del Morro dell'Avana e altre dello stesso autore. Forte San Felipe del Morro di San Juan di Porto Rico, con il tempo fu in seguito modificato, ampliato e rafforzato con lavori eseguiti da Gian Battista Antonelli, il figlio di Battista. Gian Battista (il giovane) era già attivo nei Caraibi, nel 1631 riparti da Madrid con nuovi incarichi di compiere lavori e la prima destinazione fu a Porto Rico al fine di “disporre quanto fosse conveniente per la sua difesa”. A Porto Rico rimase alcuni mesi, modificando ”La Puntilla” e costruendo nuove piattaforme, si prese cura di fortificare l'ingresso e l'ancoraggio delle navi, e tre tonalità di muratura con parapetti e mettendo quindici pezzi d'artiglieria per maggior sicurezza del porto contro il nemico ed, esperto come Capitano d’Artiglieria, insegnò ai soldati come gestire la cosa. Nel 1635 viaggiò di nuovo a Porto Rico per ispezionare la fortificazione e modificare l’entrata dal porto per renderla al massimo sicura.

 

Nonostante i molti cambiamenti e aggiunte, i progetti di lavoro di Battista Antonelli sono ancora oggi una realtà in particolare come la forma dei due bastioni del Fronte di terra. 

Vamos, un Sogno ci aspetta....

La Fortificazione


Ciao a tutti,

 

In questo articolo vi porto a sognare con tanto Sole e una destinazione che potrà per alcuni, essere una scelta per le prossime vacanze. Battista Antonelli nel 1581 conobbe per la prima volta questo paradiso che si trova nell'oceano Atlantico,

 

le isole Capo Verde

 

I pirati avevano via libera tra il mare atlantico e il pacifico passando per lo stretto di Magellano (Argentina), e il re di Spagna Filippo II voleva tenere sotto controllo la via al mar Pacifico ed escogitò il seguente piano: costruire due fortificazioni quasi frontali all’entrata dello stretto e fondare due colonie spagnole.  una grande spedizione fu organizzata, partirono dalla Spagna diretti in Brasile a Rio de Janeiro. La rotta, direzione sud dell’America, era con partenza dalla Spagna (dicembre 1581) di dirigersi alle isole Capo Verde facendo una sosta di un corto periodo per poi proseguire nel nuovo mondo, la stessa rotta che usò anche Cristoforo Colombo. Capo Verde è costituita da un arcipelago di dieci isole situato a circa 500 km dalle coste senegalesi, Battista fece scalo nell’isola più grande che si chiama Santiago e ci rimase un mese. L’isola fu preda di Pirati, infatti, il mediterraneo era in quel periodo la rotta di mercanzia e commercio comprese queste isole dell’atlantico. Il famoso pirata Francis Drake organizzò nel 1578 con la regina Isabella I dell’Inghilterra una spedizione contro gli spagnoli sulla costa americana e a Capo Verde rubò una nave portoghese e il capitano un esperto e conoscitore dell’America latina.

 

 

Battista fece durante la sua sosta sull’isola Santiago un sopraluogo e studiò tutti i punti  deboli e preparò dei disegni per la costruzione di una fortificazione che inviò al re di Spagna. Verso il 1585 si cominciò la costruzione del forte terminata poi nel 1593 chiamato “Forte Real Felipe” (re Filippo II, Spagna), Patrimonio dell’Umanità UNESCO, in una posizione strategica a un’altezza di 120 metri situato in Ribeira Grande de Santiago (Città vecchia) nei dintorni di Praia la capitale dell’isola. La fortificazione non fu costruita da Battista A. perché in quel periodo si trovava in America, ma secondo un’investigazione del 2002 dell’Università’ Complutense di Madrid nomina Filippo Terzi ma non sono sicuri è solo una speculazione. Chiunque fosse l’ingegnere che la costruì secondo la mia teoria, si è basato sui disegni di Battista e trovo incredibile che quest’Università non abbia approfondito l’investigazione a riguardo di Battista Antonelli. Io dopo mesi di ricerche ho trovato la documentazione di Battista che parla dei piani eseguiti per la costruzione, un giorno li andrò a cercare nell’archivio.   

Le isole Capo Verde

L'isola Santiago

La fortificazione

Il mare di Capo Verde


Ciao a tutti,

 

In questi giorni stavo lavorando ad alcuni documenti su Battista Antonelli, si tratta del primo viaggio che fece in America. I pirati avevano via libera tra il mare atlantico e il pacifico passando per lo stretto di Magellano (Argentina), e il re di Spagna Filippo II voleva tenere sotto controllo la via al mar Pacifico ed escogitò il seguente piano: costruire due fortificazioni quasi frontali all’entrata dello stretto e fondare due colonie spagnole, una grande spedizione di 3000 persone tra di questi soldati, 300 donne e bambini viaggiando su 23 imbarcazioni. Purtroppo questo progetto fini in tragedia, morirono quasi tutti, una storia con tanti episodi storici da scrivere un romanzo. Battista era l’ingegnere con il compito delle costruzioni, partirono il mese di dicembre del 1581 facendo scalo a Rio de Janerio arrivando nel mese di marzo del 1582. Rimasero nel porto di Rio alcuni mesi per svernare e organizzare il viaggio allo stretto. Nel mese di novembre 1582 salparono per dirigersi a Rio de la Plata (Argentina) ma il maltempo perverso’ per diversi giorni dove naufragarono imbarcazioni con la morte di centinaia di persone e il resto delle imbarcazioni si fermò sull’isola Santa Catarina.   

Il 6 di gennaio 1583 partirono dal porto dell’isola, è un punto con molte correnti, le prime navi uscirono senza problemi, la nave dietro dove viaggiava Battista incontrò un ostacolo nel fondo marino e affondò, Antonelli si salvò per miracolo. La nave era carica di materiale per le fortificazioni, andò tutto perduto come le cose private e di lavoro di Battista.

 

E ora viene la STRAORDINARIA notizia, un’equipe di archeologi e subacquei della zona ha trovato nel fondo marino l’imbarcazione e portato a terra alcuni oggetti!!

 

In internet ho incontrato l’articolo che porta la data del 2012:  il gruppo continua, quando il mare lo permette, di riportare a terra altri oggetti.  Nell’articolo si legge che gli archeologi hanno  una documentazione dell’imbarcazione e la data del naufragio però non nominano il nome di Battista Antonelli, forse non lo sanno? Io ne sono sicuro perché ho la documentazione scritta da Battista dove racconta l’accaduto! Sull’isola vive un mio amico professore e gli ho chiesto il favore di prendere contatto con gli studiosi, aspetto la sua risposta.

Il primo pezzo che portarono a terra è una pietra con un disegno in alto rilievo di due leoni e due castelli e in mezzo un simbolo portoghese.

 

Questo scudo si riferisce ai regni di Castiglia e Leon e il periodo dell'Unione iberica, quando i regni di Spagna e Portogallo sono stati unificati, tra il 1580 e il 1640. Secondo gli archeologi brasiliani, questo pezzo lo avrebbero collocato nel portone di entrata della fortificazione 

L'isola Santa Catarina-Florianapolis

Il luogo del naufrago del galeone

Qui vediamo alcuni pezzi che sono stati trovati nel fondo marino


Ciao a tutti,                                                                                                                                                                                                                                                 

Oggi come tema vi parlo dell’acquedotto dell’Avana. Nell'Avana del 1870, l’acquedotto esistente di nome la Zanja Real ormai vecchio era insufficiente per il rifornimento idrico della città che cresceva a ritmi vertiginosi. Si rese necessaria l’inaugurazione di una nuova opera idraulica, che fu affidata al Generale avanero don Francisco de Albeard, Brigadiere del Corpo d’Ingegneri Reali. Oggi, con oltre 100 anni, questa meraviglia dell’ingegneria cubana continua a svolgere il suo compito, fornendo il 12% dell’acqua che consuma la popolazione dell’Avana. Ora ritorniamo indietro nella storia e vi parlo del primo acquedotto chiamato Zanja Real (tracciato reale).

 

la Zanja Real

 

 

Nel 1544 il governatore Dávila Juanes propose al re Carlo I la costruzione di un fosso per portare l'acqua dal fiume Almendares che si trova a 12 km di distanza fino alla città. Era l’unica sorgente d’acqua non avendo nelle vicinanze dei pozzi ma la cosa no si realizzò. Con le navi andavano seguendo la costa nelle vicinanze del fiume per riempire delle cisterne ma era un lavoro stressante. Nel 1562 si riesaminò la proposta, questa volta per la soddisfazione del re Filippo II, e in seguito nel 1564 si misero delle tasse sulla carne e vino per finanziare il progetto. Il lavoro fu iniziato ufficialmente nel 1566, consisteva principalmente nella progettazione, studio di campo sopporto che durò fino al 1588, ma non ebbe successo, nell'anno successivo sbarcò all’Avana Battista Antonelli che iniziò a studiare l'opera e informando il governatore dell’isola Juan de Tejeda, che aveva commissionato il progetto definitivo e la sua costruzione durò fino al suo completamento nel 1592. Consisteva di una trincea nel terreno di margini bassi scoperto, con sezioni a trapezio nella sua parte più larga di 3 metri e mezzo, e lunga circa 12 km iniziando sulla riva destra del fiume vicino a una zona di paludi e seguiva un percorso tortuoso lungo le colline di gesuiti e Principe. Queste aree furono presto popolate, costruirono strade e l'installazione di fonti pubbliche, formando nuove città e quartieri che contribuirono all’espansione della capitale. L’acqua entrava nella città fino al porto per la fornitura di acqua per barche. Qui sotto possiamo vedere un disegno che traccia il percorso della Zanja Real e una mappa fino all'Avana.

Dal ritratto di Battista Antonelli vediamo disegnato la Zaina Real!


Ciao a tutti,

 

Desidero farvi notare le mappe originali firmate dagli Antonelli. Ogni disegno è per me un capolavoro, il bello non è solo il progetto architettonico della fortificazione ma tutti i contorni della cartografia artistica finalizzata alla rappresentazione simbolica ma veritiera d’informazioni geografiche e ambientali sconosciute. Sì, avete ragione, le cartografie vedendole in facebook sono troppo piccole per vedere bene i dettagli, spero che un giorno le potiate ammirare in altre dimensioni con un proiettore. Vi presento una cartografia dove Battista Antonelli con un’idea geniale voleva chiudere l’entrata del porto dell’Avana con una catena!

 

Nella mappa Antonelli descrive l’idea, la traduzione e capire bene il significato di questa tecnica non è stata facile, grazie anche all’aiuto di una mia amica architetta e appassionata di fortificazioni militari vi diamo la spiegazione.

Disposizioni da seguire nel disporre la catena all’entrata di questo porto

 

E’ necessario disporre la catena all’entrata del porto, deve stare nella parte più stretta, che ha più o meno un’ampiezza di quattrocentocinquanta piedi (un piede=28,7 cm).

La suddetta catena dev’essere disposta sopra due navi, come mostrato nel disegno e in queste navi bisogna disporre polvere da sparo, pece, catrame e legna, e gabbie1 (gabias= vela) sui due lati: bisogna costruire come dei cassoni, e riempirle di materiali per fuochi artificiali; e lo stesso sulla punta delle  antenne2 (vela triangolare) e la suddetta catena che passa attraverso le due navi deve passare attraverso una cassa di spessi tavolati3, (tablones) e la suddetta cassa deve essere di due piedi di spessore, in modo che l’acqua possa passare attraverso la cassa e non rimanere acqua nelle navi e la catena sarà più resistente sopra le suddette navi che sopra pezzi di legno e inoltre le navi daranno una protezione maggiore rispetto ai pezzi che sotengono la catena, e tra due delle navi descritte  dove stanno i pezzi segnalati nel disegno..

E’ necessario aprire la catena casomai arrivasse una nave amica, e dopo sarà facilmente possibile tenderla di nuovo con delle corde con i due verricelli delle navi, che tireranno le due corde legate alle parti che si aprono.

Nel caso il nemico attaccasse la detta catena con le sue navi a vela, allora bisogna dar fuoco alle suddette navi che sostengono la catena affinchè s’incendino insieme a quelle del nemico e nello stesso tempo si darà fuoco alle vele maggiori (gabias) e alle estremità delle antenne, e questo fuoco in alto serve affinchè prendano fuoco le vele e le attrezzature del nemico, e funzionando le artiglierie di tutte e due le parti, certamente il nemico non potrà continuare il suo obiettivo, e dopo che saranno bruciate le nostre navi rimane comunque la catena sopra l’acqua  perché non si possono bruciare se non fino a filo d’acqua, e venendo le navi dei nemici a vela, e colpendo le navi della catena, certamente si frantumeranno l’una con l’altra e non potranno tornare indietro,perchè avranno il vento in prua.

Quando Vostra Maestà si deciderà a chiudere questo porto con una catena, credo che sarebbe meglio fare la detta catena in rame perché il ferro a queste latitudini si consuma in breve tempo e si arrugginisce. Si potrebbe fondere la catena di rame in parti e poi riunirla nella stessa fusione e in questo modo la catena sarebbe indistruttibile e duratura.


 Ciao a tutti,

 

Ultimamente (2014) ho ricevuto diversi “mi piace” da savignanesi e vi regalo un’informazione.

Di Battista Antonelli particolarmente indicativo fu il fondo da egli lasciato alla Comunità di Gatteo di Romagna, con legato testamentario, alla morte nel 1616 a Madrid dove terminava i suoi giorni, la cui finalità era espressamente quella di sovvenire la povertà di questa Comunità mediante una forma di banca etica. Il legato a favore dei poveri del suo paese d’origine era costituito da una considerevole somma di denaro, ossia 625 ducati reali, da utilizzarsi nei modi e nelle proporzioni da lui stesso stabiliti.

Da qui nacque:

 

IL MONTE FRUMENTARIO ANTONELLI: UN FONDO DÌ SOLIDARIETA’ PER LA COMUNITA’ DÌ GATTEO E I LORO VICINI.

 

Proseguendo nel testamento Battista A. parla anche della Comunità di Savignano.

 

La pagina che segue è l’originale dove ho marcato con un punto rosso il nome di Savinan” (Savignano) e per ultimo un ingrandimento. 


Ciao a Tutti,

 

Ogg,i periodo di Pasqua del 2018 scrivo questo articolo del 2013

IL SANTO NATALE

 

 

Natale è Il significato con la nascita di Gesù  della celebrazione della presenza di Dio. Gesù ci insegnò l’amore del nostro padre Dio e che ora non è più, infatti, un Dio distante. Quando Battista Antonelli iniziò il suo servizio alla corona spagnola, iniziò il suo servizio e devozione anche per la Chiesa Cattolica. Il re Filippo II mandò Battista nel 1586 per la seconda volta al continente americano. Una parte tragica della vita di Battista fu che si ammalò gravemente, il caldo e l’umidità’ di questi paesi dell’America latina non erano fatti per lui perché ci doveva vivere per lunghi periodi, i medici non lo potevano aiutare, il corpo aveva bisogno di fresco, il consiglio che gli davano era quello di ritornare in Spagna. Nel 1590 in uno scritto al re dei suoi lavori a Cuba gli chiede se può ‘ ritornare  a casa a curare la sua infermità, negli anni che seguirono altri scritti come nel 1592, nel 1593 a Cuba di nuovo una ricaduta della malattia dove il viso diventava rosso di un calore insopportabile e con gli anni colpi tutto il corpo, la stessa malattia che colpi anche suo fratello maggiore. Nel 1595 (due mesi ammalato a Panama), come nel 1957 e nel 1599. Il re Filippo II rifiutò il ritorno di Battista in Spagna ordinandogli di continuare i lavori. Battista non si oppose alla parola del re e con molta umiltà gli rispose che lui rimarrà fedele al servizio del re e in particolare alla Chiesa  alla fede in Dio, Nostro Signore.


Ciao a tutti,

 

Matematicamente parlando….

 

Anche un investigatore ha bisogno dell’aiuto di persone qualificate o che abbiano un buon grado di conoscenza in generale. L’ingegnere militare Battista Antonelli scrive in un documento la parola “TRIMINO”. In una ricerca in internet non ho trovato una vasta spiegazione, anche la parola “TRIMINI “ può essere d’aiuto, credo che a che fare con calcoli di matematica o geometria, bene se fosse così che i professori si facciano avanti e mi diano un aiuto.

 

La foto che vedete e’ quello che ho trovato in internet…sono sulla strada giusta??


Battista Antonelli a Famagosta

 

di Battista Antonelli sappiamo che da giovane fu chiamato in Spagna dal fratello maggiore Giovanni Battista dove apprese negli primi anni la scuola di ingegneria militare. Ora, da un documento, ho una testimonianza che Battista era anche in Italia attivo perché’ prima di andare in Spagna era stato a Famagosta, Cipro del Nord, tra l’inverno del 1571 durante la tregua di una lunga guerra e della triste fine dei veneziani nell’agosto di quello stesso anno. Non conoscevo la storia di questa città dominata dai veneziani che poi cadde in mano turca, dopo un lungo assedio tra il 1570 e 1571. La domanda che mi faccio è quale era il ruolo di Battista a Famagosta in quel periodo…come militare…o apprendista architetto di un professionista? Diversi conosciuti architetti dell’epoca come Ercole Martinengo e Girolamo Maggi erano in quel periodo a Famagosta dove sono state realizzate delle fortificazioni. Ora sono in contatto con il museo statale di Venezia e vediamo se un mio amico archivista riesce a trovare dei documenti!